75 anni di storia della fotografia con Kodachrome

75 anni di storia della fotografia con Kodachrome

Per ragioni economiche provocate dal crollo delle vendite, la Eastman Kodak Co ha annunciato nel 2009 che avrebbe interrotto la produzione della pellicola Kodachrome. Kodachrome 64.  Dwayne Steinle del Kansas, ha annunciato che non avrebbe più sviluppato del film. Era l’unico laboratorio attivo che sviluppava il film, dopo la chiusura sia del laboratorio Renens in Svizzera il 30 settembre 2006 e a Tokyo nel dicembre 2007.
Dopo una versione a due strati, verso la fine degli anni 20, è stata presentata una formula a tre strati il 15 aprile 1935 per pellicola 16mm chiamata “Kodachrome”.

Giovedì 30 dicembre a mezzogiorno (le 19 in Italia) è stato processato nel Kansas l’ultimo rullino Kodachrome della storia. Nell’ultimo laboratorio fotografico al mondo rimasto a operare sulla classica pellicola che nemmeno la Kodak produce più dal 2009. Dal 1935 la Kodachrome ha fatto la storia della fotografia: utilizzata dai più grandi fotografi, specie quelli naturalisti, per l’altissima qualità dei dettagli e dei colori che nessun processo digitale fotografico è finora riuscito a uguagliare. E’ stata anche la prima pellicola a colori destinata al grande pubblico, quella che ha chiuso l’epoca delle stampe in bianco e nero per le foto personali e di famiglia.  L’ultimo rullino sarà processato al Dwayne’s Photo, l’ultimo laboratorio fotografico al mondo che ancora aveva un’apparecchiatura K-14 adatta allo sviluppo della pellicola Kodachrome, situato a Parsons, una cittadina di 11 mila abitanti del Kansas. Nelle scorse settimane, come racconta il New York Times, decine di fotografi e migliaia di rullini sono arrivati in questo sperduto angolo della prateria americana non lontano dal confine con l’Oklahoma. Uno di questi era Jim DeNike, 53 anni, un ferroviere che ha pagato circa 16.000 dollari per far sviluppare 1.580 rullini per un totale di quasi 50 mila diapositive, tutte di treni. Pochi minuti dopo si è presentato un’artista londinese, Aliceson Carter, 42 anni, che ha preso un volo dall’Inghilterra e poi un’auto a nolo dall’aeroporto di Wichita per far sviluppare tre rullini e poi fotografare con altri cinque prima che la K-14 venga spenta per sempre e sia venduta come rottame. Kodachrome negli anni Settanta-Ottanta divenne sinonimo di foto di qualità, tanto che il cantautore Paul Simon nel 1973 intitolò una sua canzone con il nome della pellicola. «Kodachrome non è stata solo una pellicola, ma una vera icona di un’epoca: la prima pellicola a colori accessibile a tutti», ha detto Todd Gustavson, del museo della fotografia George Eastman House di Rocherster, la cui sede si trova nell’ex abitazione del fondatore della Kodak. L’ultimo rullino a essere processato è stato quello di Dwayne Steinle, il proprietario e fondatore del laboratorio fotografico di Parsons: l’ultima foto è una immagine di gruppo di tutto lo staff davanti all’ingresso del suo negozio. Fonte: Corriere.it

Condividi