2020 - Mostra fotografica "dalla Terra alla Tavola: paesaggi lasciati alla loro naturalezza o custoditi dall’uomo danno alla luce i frutti della terra alla base della cucina romagnola” di Mirco Villa al Sapeur Fiera di Forlì

 

Durante i miei voli aerei in cui ho scattato alcune delle foto esposte in questa mostra, vedendo dall’alto il paesaggio romagnolo, mi sono accorto come si affianchino zone lasciate incolte, in cui la natura trionfa in tutta la sua spontaneità, ad altre, coltivate, custodite appunto dall’uomo che ne indirizza i ritmi.

Osservando la terra dal cielo ho notato come spesso le linee tracciate dall’uomo siano tanto precise quanto irriconoscibili da chi non è abituato a questa prospettiva. Spesso infatti, chi non è abituato a questa visione, rimane estraniato e non riconosce i paesaggi che vede abitualmente.

Gli alberi da frutto, che oggi vediamo perfettamente ordinati in un sistema di coltivazione moderno, in passato erano invece più vicini alla casa, inseriti in una dimensione più intima, più raccolta, volta a dare sostegno e cibo direttamente alle famiglie che ne curavano le piante.

La frutta doveva essere di varietà resistenti per potersi mantenere nel tempo e gli alberi che circondavano la casa davano quasi sempre frutti non solo per il nutrimento ma, come mi ricordava un contadino romagnolo, anche per godere dello spettacolo delle stagioni che cambiano.

Questi frutti, assieme ai vegetali dell’orto e agli animali che venivano allevati, costituiscono la base dei principi su cui si basa la tradizione culinaria romagnola. Un base semplice, nutriente e durevole, fatta con quanto disponibile e con l’abilità di sfruttare al meglio le risorse a disposizione.

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